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Il volume presenta una ricca serie di opere e consente un approfondimento inedito su uno dei massimi attori della scena internazionale dell’arte nella seconda metà del secolo appena trascorso.
Il volume presenta una ricca serie di opere (raccolte per la mostra parmigiana) e consente un approfondimento inedito su uno dei massimi attori della scena internazionale dell’arte nella seconda metà del secolo appena trascorso: un ingegno versatile e inquieto, una figura che ha suscitato e suscita tuttora uno straordinario interesse in tutto il mondo.
Sarà così possibile riscoprire un’arte ricca di vitalità, capace di parlare i linguaggi della contemporaneità, in grado di rivolgersi a quel pubblico giovane che è sempre così coinvolto da quegli autori che sanno mobilitare passioni e sentimenti forti.
Vengono così presentati 14 grandi dipinti realizzati dal 1962 al 1967, cento polaroid e oltre 200 fotografie del viaggio americano dell'artista (1970), tutte opere di proprietà del CSAC. Il racconto è quello del viaggio negli Stati Uniti attorno al 1970 per programmare un film sugli USA, mai realizzato. Un racconto di paesaggi, quelli che lui stesso chiamerà "Paesaggi anemici": appiattiti, scomposti, che da un lato appunto sono anemici, privi di una dimensione naturalistica, dall'altra sono incompiuti, sospesi perché vi sia spazio per sovrapporre ad essi, come su uno schermo, la nostra esperienza.
“Un quadro, Botticelli, del 1962, apre il volume che unisce dipinti, polaroid e foto stampate su carta di Mario Schifano; si tratta della raccolta delle opere dello CSAC, nel suo insieme cospicua, e che forma, credo, il nucleo più significativo che si conservi dell’artista in una collezione pubblica. Per la formazione di questo gruppo di opere molto dobbiamo alla generosità dell’artista, ma anche a quella di Giorgio Marconi e di Emilio Mazzoli, che in diverse occasioni hanno voluto accrescere questo importante insieme1. Del resto chiedere a Mario di esporre le proprie fotografie per lasciarle tutte alla Università come è accaduto nel 1978, chiedere a Mario di dare quelle polaroid che stavano sul suo tavolo sempre per le raccolte universitarie, è il frutto di una lunga dimestichezza, di una duratura amicizia e forse di una qualche considerazione, da parte dell’artista, per quello che in origine, agli inizi degli anni Settanta io ero, un giovane entusiasta della pittura di Schifano ma senza alle spalle molto di più che questo entusiasmo.” (dal saggio America-anemica Mario Schifano, fotografia e pittura di Arturo Carlo Quintavalle)
Palazzo Pigorini, Parma
3 maggio – 22 giugno 2008