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Palazzo Thiene di Vicenza è un nodo decisivo per comprendere la storia dell’architettura e delle arti figurative nel dominio della Serenissima intorn
Palazzo Thiene di Vicenza è molto più di un monumento insigne del Cinquecento veneto; è un nodo cronologico e stilistico decisivo per comprendere la storia dell’architettura e delle arti figurative nel dominio della Serenissima intorno alla metà del secolo. L’edificio è un’antologia paradigmatica, un laboratorio sperimentale, una rosa dei venti che conduce nella Roma di Raffaello e nella Mantova di Giulio Romano, a Fontainebleau e a Venezia, nella Firenze di Michelangelo e a Verona, avamposto della Maniera. Costruito per i più ricchi fra i nobili vicentini, monumento al rango e alla potenza di una famiglia imparentata con i Gonzaga di Mantova e in relazione con i Boiardo di Scandiano e la corona di Francia, rimase per secoli un modello ammirato e replicato. Anche se non vide mai la conclusione, la sua grandiosa unicità rivela le dimensioni e la maestà dell’idea: una vera reggia cittadina concepita per ospitare sovrani e grandi della terra. Palazzo Thiene resta peraltro anomalo, difficilmente omologabile alle opere più tipiche e conosciute di Palladio, che a quell’epoca guardava infatti alla lezione prossima e remota di Giulio Romano e, in particolare, a quello stupefacente capolavoro della poetica manierista che era per tutti palazzo Te, dove aveva preso quota la lezione più geniale e più ricca di futuro di Raffaello.