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L'ultimo racconto di Aldo Nove, un incontro immaginario tra Edward Hopper e Raymond Carvey...
Nel 1958 un giovane di vent’anni, sposato e padre di una bambina di pochi mesi, ritorna a Paradise, in California. Il ragazzo sbarca il lunario facendo i più disparati lavori.
Quel ragazzo si chiama Raymond Carver e il suo sogno è quello di diventare uno scrittore.
Negli stessi mesi Edward Hopper, ormai pittore affermato, compie con la moglie Jo un viaggio in macchina negli States e un giorno si ferma vicino al fiume Butte Creek, in California.
Tra lo scrittore e il pittore si crea un sodalizio improvvisato, un incontro magico in cui due tra le più potenti menti del Novecento americano confrontano le loro visioni dell’arte e del “realismo”, che li unisce.
In questo racconto immaginario Aldo Nove mette a confronto due delle personalità più eminenti della cultura americana del Novecento. Malgrado la differenza e il mezzo usato per esprimersi, li accomuna un forte senso dell’immanente sospeso, quella poetica dell’apparenza troppo lirica per essere piattamente realista e troppo reale per abbandonarsi a qualunque forma di effetto che non sia la pura magia dei fatti. Degli sguardi, degli spazi, delle parole. Del silenzio.
“Il barista, pigro testimone della scena, sistema alcune bottiglie.
Per un istante, ciascuno è assolutamente lontano dagli altri.
Come se quella distanza fosse la misura dello stare insieme.
Contenuti nello stesso posto.
Oggetti tra oggetti.
Come in un quadro di Edward Hopper.
Poi il ragazzo con la camicia a scacchi dice: “Io tra poco vado a pesca, c’è un posto bello qua vicino”.
Questo libro è disponibile anche in formato e-book