Prenota
La monografia su George Grosz per la grande mostra romana di Villa Medici, propone oltre 500 illustrazioni tra disegni e dipinti.
Pubblicata in occasione della grande mostra romana, la monografia su George Grosz si propone come una traccia, sostanzialmente molto ricca, per ricostruire le vicende della sua fortuna entro la cultura artistica e storico-critica italiana.
Oltre 500 illustrazioni tra disegni e dipinti documentano tutta la produzione dell’artista berlinese sia per quanto riguarda gli anni tedeschi sia per il ciclo americano. All’interno del catalogo saranno presenti i disegni eseguiti da Grosz all’età di quindici anni nella sua città natale in Pomerania, i lavori risalenti al periodo della Repubblica di Weimar e i disegni del periodo statunitense che illustrano il nazismo in Germania e la guerra in Europa. Inoltre bozzetti di scenografie e costumi compiuti tra il 1919 e il 1954 per le opere teatrali di Bernard Shaw, Iwan Goll, Georg Kaiser, Paul Zech, Jaroslav Kašek e numerosi collage realizzati nel 1959 nello stile della pop-art. Completano il volume scatti inediti della vita privata del pittore che contribuiscono a comprendere l’ambiente in cui è avvenuta la sua formazione artistica, un saggio di Enrico Crispolti, Grosz e l’Italia: debiti, attenzione, influenze, circolazione (traccia per una ricerca) e uno di Philippe Dagen, “Not too bitter, Herr Grosz!” sull’esperienza americana dell’artista.
Nato nel 1893, Grosz fu attivo nella sua città fino all’inizio degli anni trenta. In questo periodo la creazione artistica è caratterizzata da una forte influenza cubista e futurista, mescolata tuttavia con fonti classiche e popolari. I risultati sono vedute urbane apocalittiche e violente che illustrano perfettamente la situazione tragica del dopoguerra tedesco. I disegni di questa fase, soprattutto inchiostri e acquerelli, hanno contribuito decisamente all’immagine che molti hanno della Germania degli anni venti. Con l’avvento del nazismo, Grosz si trasferì in America, dove si caratterizzò per una produzione ancora a tratti violenta e surrealista ma certamente più pacata rispetto a quella tedesca.
Roma, Villa Medici
9 maggio – 15 luglio 2007