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Il fascino dell’Italia e dell’arte italiana dal XVI al XX secolo
Il fascino dell’Italia assunse rilievo a partire dal Cinquecento, quando la politica imperiale di Carlo V ebbe il merito di favorire una sintesi rispetto alla frammentazione del linguaggio artistico delle piccole corti rinascimentali, caratteristico del XV secolo, e portò immediatamente gli artisti, fiorentini, veneti, e quelli romani, al centro dell’interesse dell’Europa. Ma quale Italia? Il paese della natura, della luce e delle antichità? Sicuramente tutto ciò, ma emerge in realtà l’immagine di un’Italia irreale, costituita da scene archeologiche, una sorta di protoarcadia antichizzante, per usare le parole di Federico Zeri, che si diffonde grazie a una vasta produzione di opere, in particolare di ritratti (ritagliati su fondali paesaggistici) e vedute, diffuse nelle collezioni più fastose d’Europa. Questa moda di possedere e collezionare dipinti provenienti dall’Italia assunse poi connotati rilevanti anche perché fu associata all’obbligo, diffuso nelle classi nobiliari, di abitare in palazzi ispirati all’architettura italiana più aggiornata.
Pubblicato in occasione della mostra prodotta da Skira editore, Consorzio Villa Reale e Parco di Monza e Cultura Domani, il volume rievoca il fascino esercitato dai paesaggi e dai tesori dell’arte italiani sui grandi artisti stranieri dal Cinquecento ai giorni nostri attraverso i saggi di Sandrina Bandera (Dalla percezione al fascino dell’Italia. Un Grand Tour nella storia), Emanuela Daffra (Il Cinquecento: una soglia), Alessandro Morandotti (Il Seicento e il primo Settecento), Fernando Mazzocca (Dal neoclassicismo al simbolismo), Ada Masoero (Novecento e Duemila: attualità di un mito) e quattro sezioni cronologiche: Il Cinquecento; Il mito dell’Italia nell’Europa del Sei e Settecento; Dal Neoclassicismo al Simbolismo; Il Novecento e il Duemila.
Molti i capolavori assoluti provenienti dalle maggiori istituzioni museali italiane e internazionali; opere che consentono di cogliere come, fra gli altri, Van Dyck, Lorrain, Rubens, Ingres, fino a Picasso e Matisse, Moore e Dalí, abbiano sentito e fatto proprio l’incanto della luce italiana, dell’antichità classica, delle opere di Raffaello, di Correggio, di Michelangelo, di Tiziano e di Caravaggio
Mostra a
Monza, Villa Reale
23 aprile – 6 settembre 2015