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Spesso ammirato, talvolta detestato, Le Corbusier affascina e stupisce sempre per la varietà della sua creatività
Sous la direction de Cäsar Menz.
“Nessuno è solo scultore, pittore, architetto.
L’evento plastico si compie in «forma unitaria», al servizio della poesia”.
Le Corbusier
Spesso ammirato, talvolta detestato, Le Corbusier affascina e stupisce sempre per la varietà della sua creatività: pittore al mattino, nel silenzio e nella solitudine dell’atelier, architetto il pomeriggio, corteggiato e continuamente sollecitato, ma anche poeta, teorico, designer, scultore … è veramente un artista completo, anzi, universale.
Disegni, quadri, sculture, smalti, tappezzerie, libri, architettura e urbanistica sono per lui “la stessa espressione creativa destinata alle diverse forme del fenomeno visivo”. Attraverso le sue opere, condivide con noi la sostanza del suo indicibile pensiero. Mediante la sintesi delle arti, stabilisce l’armonia tra uomo e spazio, tra uomo e cosmo.
“Prendere possesso dello spazio è il primo gesto degli esseri viventi, uomini e animali, piante e nuvole, manifestazione fondamentale di equilibrio e di durata. La prima prova di esistenza è quella di occupare lo spazio.” Ciò che Le Corbusier esprime nel 1945, in un testo dal titolo «L’Espace indicible» appare come il programma filosofico e artistico di un uomo poliedrico che si è fatto valere come architetto, urbanista, teorico, artista pittore, scultore, disegnatore e poeta. Uomo universale e visionario che ci ha lasciato un’opera imponente, accompagnata da teorie e istruzioni per l’uso, che ha creato spinto dalla volontà di definire i rapporti tra uomo e cosmo, che continua ad affascinare e a suscitare entusiasmi e critiche.
Le Corbusier ha rivoluzionato l’architettura, ha messo a punto teorie e interventi urbanistici rivoluzionari e inoltre, come artista, ha avuto un ruolo determinante nella storia dell’arte moderna. Sempre teso al miglioramento delle condizioni della vita umana, del suo organizzarsi in società, del suo rapporto con l’ambiente, Le Corbusier si è sempre adoperato “in un mondo che fa tabula rasa, per accogliere il macchinismo di una società che liquida le rimanenze del precedente insediamento e desidera mettere su casa per agire e per sentire e per regnare.” (“L’Espace indicible”).
Nell’opera di Le Corbusier “tutto è in tutto”; con la sua visione della sintesi delle arti, cerca di raggiungere l’opera d’arte totale, un sogno che preoccupa i creativi dal XIX secolo. Per Le Corbusier, la vita così com’è, con tutte le sue contraddizioni, rappresenta la sola verità: “La vita viene attraverso gli uomini oppure sono gli uomini che vengono attraverso la vita. […] In definitiva, il dibattito si pone in questi termini: l’uomo solo davanti a sé stesso. Lotta tra Giacobbe e l’Angelo all’interno di un uomo” (Mise au point, 1966). Le Corbusier trae vita da manifestazioni plastiche e tutta la sua ricerca, come ripete lui stesso, è “rivolta verso la poesia che è nel cuore dell’uomo”.
Cäsar Menz
Ginevra, Musée Rath
9 marzo – 6 agosto 2006