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Un'occasione per riscoprire un angolo di paesaggio di grande interesse storiografico e artistico, tutt'ora funzionante
con un testo di Marina Mojana
Un porto fluviale che ora non c'è più, sul fiume Adda, tra i due centri abitati di Canonica e Vaprio. Un tempo era molto noto: la "chiatta di Canonica", il traghetto che univa i due approdi sulle rive opposte dell'Adda, la conoscevano persino nelle osterie dei paesi vicini, perché da lì passavano - come nota Alessandro Manzoni nei Promessi Sposi - "i galantuomini, la gente che può dar conto di sé". Oggi è a meno di un'ora in automobile da Milano, Bergamo e Lecco. Tra il Cinquecento e l'Ottocento il porto fu frequentato da artisti e rilevatori, ed è con il loro aiuto che ne andremo alla riscoperta. Non esiste probabilmente altro porto al mondo che abbia avuto la fortuna di essere stato così straordinariamente rappresentato come il porto di Canonica e Vaprio d'Adda.
Il nostro viaggio inizia prima del Cinquecento con la ricostruzione "in un sol guardo" del porto in epoca medievale quando sostituì un famoso ponte romano.
L'identità di due centri, Canonica d'Adda e Vaprio d'Adda, appartenenti alle province di Bergamo e Milano, riscoperta attraverso ciò che ne raccontano le opere di Leonardo da Vinci, Gaspare Vanvitelli e Bernardo Bellotto.
È questo il percorso compiuto da Empio Malara, con riferimenti iconografici, citazioni a sorpresa e pensieri rivolti ai corsi d'acqua, all'Adda, al Brembo, alla roggia di Vailate e, da conoscitore dei canali, sopratutto al naviglio della Martesana.
Con questo saggio Malara dà un contributo prezioso per il recupero delle opere civili lungo l'Adda, e per la rinascita dei Navigli invitando il lettore a scoprire la storia complessa, lungo l'arco di qualche secolo, dell'attraversamento dell'Adda e dell'uso, anzi dei diversi usi, dei canali.
Architetto ed esperto in urbanistica, Empio Malara ha coordinato, all'inizio degli anni ottanta, il gruppo di studio su "Il sistema dei navigli milanesi e pavesi", dopo aver partecipato alla redazione del piano territoriale del Parco del Ticino e promosso l'istituzione del Parco dell'Adda.
Con la mostra e il catalogo Leonardo e le vie d'acqua, curati nel 1984, ha ottenuto il premio del Centro Studi Leonardiani di Brescia.
Su temi attinenti ai navigli, ai canali e ai fiumi Malara ha promosso numerose mostre e ed è stato autore di vari libri, tra cui meritano di essere citati Campagna e città, risorse per il futuro: il caso di Trezzo sull'Adda; Milano città porto; Naviglio & Duomo, la Conca di Viarenna; Torino tra fiumi e canali.
Per le iniziative promosse con l'Associazione Amici dei Navigli e per le opere di architettura realizzate in Italia e pubblicate dalle riviste di settore italiane ed estere, Malara ha ottenuto dal Comune di Milano nel 1999 l'attestato di benemerenza civica.
La sua costante ricerca sui navigli si è rivolta di recente al naviglio di Pavia con il volume In viaggio sui Navigli, il Naviglio Pavese da Milano al Ticino e la mostra "In viaggio sui Navigli, Locarno-Milano-Venezia" presentata al castello visconteo di Pavia.