Add to cart
Il volume vuole evidenziare il superamento di un’arte puramente performativa a favore di una riflessione che recuperi contenuti e tematiche del nostro tempo, vere e proprie emergenze, e affermi la coesistenza delle differenze come valore.
Il titolo dell’esposizione è ripreso dall’opera di Joseph Beuys Eurasia Siberian Symphony 1963, realizzata durante un’azione alla Galerie René Block di Berlino e oggi parte della Collezione permanente del MoMA di New York.
Eurasia, secondo Beuys è una visione geografica e, insieme, espressione di una nuova e complessa identità artistica, non più territoriale e autarchica, ma centrata sul mondo e sull’uomo. Modello questo ripreso oggi da molti giovani artisti che qui documentano il loro lavoro. Il volume vuole evidenziare il superamento di un’arte puramente performativa a favore di una riflessione che recuperi contenuti e tematiche del nostro tempo, vere e proprie emergenze, e affermi la coesistenza delle differenze come valore. La riflessione di Achille Bonito Oliva prende le mosse dall’idea che sia possibile confrontarsi in prospettiva storica con l’opera di Beuys rileggendola e ri-progettandola. L’esposizione e il catalogo tracciano un percorso originale attraverso il panorama artistico dell’Eurasia e individuano atteggiamenti e progetti che reagiscono all’estetizzazione del quotidiano e all’abuso di realtà, proponendo una complessità linguistica che assomma espressioni diverse. La constatazione che il modello di nuovo umanesimo di Eurasia viene effettivamente ripreso oggi da molti giovani artisti, assegna alla mostra non solo il compito di documentare il loro lavoro, ma anche l’ambizione programmatica di schierarsi dalla parte di un’arte che recuperi finalmente una forte attenzione alla realtà, e che la traduca in piccole utopie, tra desiderio e speranza ecologica di migliorare la qualità della vita.