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La vasca votiva di Noceto rappresenta un documento unico, non solo per struttura, dimensioni e complessità, ma anche perché costituisce un tipo di testimonianza rituale finora non attestato
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a cura di Maria Bernabò Brea e Mauro Cremaschi
con la collaborazione di Angela Mutti e Chiara Pizzi
testi di Amelia Aceti, Maria Bernabò Brea, Elisabetta Castiglioni, Roberta Conversi, Mauro Cremaschi, Jacopo De Grossi Mazzorin, Paolo Ferrari, Valentina Garavaglia, Silvia Maggioni, Angela Mutti, Manuela Pelfini, Chiara Pizzi, Cristiano Putzolu, Cesare Ravazzi, Mauro Rottoli, Marco Salvioni, Elisa Vescovi, Andrea Zerboni
Nella primavera del 2004 uno sbancamento effettuato nel corso di lavori edili ai margini meridionali del paese di Noceto ha tagliato il fianco del terrazzo pleistocenico noto come “la Torretta”, mettendo in luce una stratificazione potente due metri; tale deposito, all’interno del quale erano presenti alcuni frammenti ceramici dell’età del Bronzo, sembrava colmare un’ampia fossa e copriva alcuni pali di legno.
Ha così inizio la scoperta di un sito archeologico di rilevanza straordinaria: una gigantesca vasca di legno, costruita nel XV sec. a.C., il cui significato e la cui funzione vanno cercati con ogni probabilità nella sfera del sacro.
La vasca votiva di Noceto rappresenta un documento unico, non solo per struttura, dimensioni e complessità, ma anche perché costituisce un tipo di testimonianza rituale finora non attestato la posizione dei recipienti in ceramica indica che tazze, vasi, scodelle non sono stati gettati ma accuratamente deposti, indizio della funzione rituale della vasca.
Tra il materiale rinvenuto a Noceto vi sono oltre 100 recipienti, fusaiole e pesi, statuine e vasetti in miniatura, macine, martelli, aratri, un palco di cervo, ossa di animali e tracce vegetali che rendono possibile lo studio del mondo rurale del tempo. Gli interventi sono promossi dalla Soprintendenza per i Beni Archeologici dell’Emilia Romagna, in collaborazione con l’Università degli Studi di Milano, Dipartimento di Scienze della Terra diretto dal Professor Mauro Cremaschi. Il volume si propone di dare notizie scientifiche sull’argomento ”terramare” e in particolare sulla vasca nocetana. La civiltà dei terramare è illustrata dagli oggetti conservati presso il Museo Archeologico di Parma provenienti, oltre che dalla vasca di Noceto, da insediamenti coevi situati nel raggio di pochi chilometri da Noceto, rinvenuti da Pigorini e Strobel tra la fine dell’Ottocento e i primi anni del Novecento. La campagna fotografica illustra lo scavo e mostra il materiale rinvenuto nella vasca con suggestive immagini a tutta pagina. Il testo storico divulgativo offre informazioni efficaci sulle terramare, una civiltà non così conosciuta dal grande pubblico, ma è accompagnato da notizie e catalogazioni scientifiche in grado di accontentare la curiosità degli studiosi; numerosi disegni aiutano il testo.
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