L’utopia ecosostenibile del XXI secolo applicata al tema dell’abitare è la proposta di una progressiva densificazione delle città, ovvero la riduzione dello spreco di territorio e di energia disponibili. Questo ambizioso obiettivo pone la sfida di realizzare modelli residenziali urbani replicabili, un obiettivo raggiungibile se tutti gli attori che intervengono nel processo che porta al perfezionamento di un progetto di architettura hanno chiare le proprie responsabilità e riconoscono l’importanza del fatto che ciascun segmento dell’iter realizzativo debba poter gestire in autonomia il proprio ruolo all’interno del sapere specifico in relazione alle esigenze della committenza. I presupposti di una buona prassi non possono essere slegati da tre assiomi: linguaggio architettonico, comunicazione, sostenibilità. Una buona prassi generalizzata può determinare un reale cambiamento e attuare “l’utopia ecosostenibile”.
Tra i molti esempi possibili nel panorama architettonico contemporaneo esistente questo volume inquadra alcuni edifici-manifesto la cui importanza risiede nel fatto che essi sanno ben rappresentare il principio della medietà che ha costruito ininterrottamente per secoli l’immagine del nostro paesaggio. Questi edifici declinano i tre postulati: sono tutti realizzati a Roma e costituiscono il risultato di una precisa scelta culturale e sociale operata per oltre vent’anni dall’architetto Andrea Giunti, attivo nel campo dell’edilizia residenziale pubblica; sono manufatti che impiegano con quindici anni di anticipo sulla normativa nazionale i criteri di eco-compatibilità; e rappresentano il risultato di una costante interazione con le richieste della committenza senza per questo denunciare alcuna sudditanza negli aspetti formali. Fa eccezione la presenza di due scuole, la cui realizzazione è il felice esito di concorsi di progettazione banditi dalla V Ripartizione Edilizia Scolastica del Comune di Roma, vinti da Andrea Giunti.
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