descrizione
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Volume dedicato ad una singola opera, una villa (Casa Caoduro) costruita sulle pendici delle colline vicentine da Silvano Faresin, un giovane architetto veneto che inserisce la sua opera e ricerca progettuale lungo la scia di Carlo Scarpa. Questa casa d’abitazione con appartamento custode, dependence ospiti e piscina è inserita in un grande parco in parte pubblico a ridosso dell’abitato di Monticello Conte Otto, paese immediatamente a nord di Vicenza. Il sito, pur essendo immerso nella piatta pianura vicentina, presenta una pendenza abbastanza accentuata da nord verso sud.
Il progetto sfrutta totalmente questa particolarità. L’edificio principale, situato nella parte più alta del lotto, ha dislivelli interni che seguono l’andamento naturale quasi a volersi ancorare di più a terra. Ha la copertura con le falde confluenti verso uno spazio centrale, l’ingresso, nascosto alla vista di chi arriva, da un muro in mattoni di forma curvilinea che delimita un piccolo giardino giapponese “privato” della camera matrimoniale. Questo muro invita a proseguire il cammino per scoprire la porta d’ingresso, unico elemento cieco di una grande vetrata continua che segue il percorso dal punto in cui s’incunea nell’edificio. È la riscoperta dell’ingresso nascosto della caverna, luogo di riparo sicuro, ancestrale bisogno dell’uomo errabondo sulla terra.
L’ingresso, fulcro della distribuzione interna, spazia su tutta la casa; il soggiorno, il pranzo e la cucina si raggiungono scendendo tre gradini, la camera matrimoniale salendone tre. Con altri cinque gradini si raggiungono le camere dei figli a un livello più alto, distribuite da un percorso interno alternativo e più “privato”.
Una piccola scala porta allo studio-biblioteca, situato sopra il pranzo, aperto sul soggiorno a doppia altezza. Questi spazi sono continui sotto il grande tetto che viene quindi posseduto globalmente. Tutti gli elementi costruttivi di questa casa sono separati e ben visibili e denotano chiaramente la tettonica di costruzione. I grossi pilastri in mattoni portano le travi principali del tetto a cui sono connesse le travi secondarie attraverso un giunto d’acciaio, appositamente studiato, capace di accettare tutte le angolazioni orizzontali, verticali e zenitali di arrivo.
La pubblicazione si presenta come una utile microstoria di una progettazione eccellente in cui attenzione del progettista, disponibilità del committente e bellezza del sito hanno contribuito a definire la grande qualità di progettazione della villa.
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