descrizione
Una panoramica sulla produzione meno nota di Paul Gauguin (quella del periodo bretone) e su quella di una colonia di artisti che, lontana dal clamore della vita parigina e dalla dolcezza del paesaggio provenzale, ha operato a Pont-Aven in anni in cui il soggiorno di Paul Gauguin ha sollecitato innovative soluzioni formali.
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La presenza di Gauguin in Bretagna (in modo discontinuo dal 1886), da cui si è frequentemente allontanato per raggiungere mete lontane ed esotiche, ha determinato la formazione della cosiddetta ‘Scuola di Pont-Aven’, cioè di un gruppo di artisti che, influenzato dalla dirompente originalità del suo linguaggio, ha saputo innovare gli stanchi stilemi di una tradizione pittorica ancora accademica.
In particolare, l’incontro, fortunato e proficuo, tra Paul Gauguin ed Émile Bernard ha condotto all’elaborazione di una tecnica, il ‘sintetismo’, basata sulla conoscenza delle stampe giapponesi e del ‘cloisonné’, antica tecnica con cui venivano realizzate le vetrate medievali. Si proponeva, in tal modo, il superamento della lezione degli impressionisti, contrapponendo alla loro ‘impressione’ la traduzione in pittura della visione soggettiva-simbolista. I soggetti, non ritratti dal vero, ma recuperati da immagini mnemoniche, vengono caricati di continui rimandi simbolici, espressi con forme e colori.
Pubblicato in occasione delle celebrazioni per il centenario della morte di Paul Gauguin (1848-1903), il volume che accompagna la grande esposizione itinerante – che dopo la tappa di Parigi e Quimper approda finalmente a Napoli – riunisce circa cento opere eseguite da Gauguin tra il 1886 il 1894 (anni corrispondenti ai soggiorni bretoni del maestro) affiancate da quelle dai principali artisti della Scuola di Pont-Aven: tra i nomi più significativi spiccano quelli di Émile Bernard, Paul Sérusier, Claude-Émile Schuffenecker, Roderic O’Conor, Henry Moret, Maxime Maufra, Charles Filiger, Roderic O’Conor, Cuno Amiet e Maurice Denis.
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