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Un lungo saggio che raccoglie riflessioni e progetti provando a conciliare la riflessione concettuale sull’architettura e la città contemporanea
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“Questo libro si propone due scopi: analizzare le novità che il XXI secolo sta introducendo nel mondo del progetto, nel passaggio dalla modernità forte e concentrata del Novecento a quella debole e diffusa, e insieme indagare se in questo passaggio vi sia la possibilità di immaginare un futuro per un’architettura non figurativa.
Un’architettura, cioè, che diventi una semiosfera urbana, superando i suoi limiti edificatori per trasformarli in energia produttrice di qualità immateriali che cambiano nel tempo.
[…] La condizione urbana oggi è costituita da servizi, reti informatiche, sistemi di prodotti, componentistica ambientale, micro-climi, informazioni commerciali e soprattutto strutture percettive che producono un sistema di tunnel sensoriali e intelligenti; che sono contenuti dall’architettura ma che non sono rappresentabili con i codici figurativi dell’architettura.
[…] Non è la prima volta che l’architettura cerca di andare ‘oltre l’architettura’ ma nel XXI secolo questa utopia sembra essersi in gran parte realizzata dentro alla città contemporanea.”
Un lungo saggio che raccoglie un decennio di riflessioni e progetti provando a conciliare riflessione concettuale sull’architettura e la città contemporanea con una costante tensione alla visione per il futuro.
Andrea Branzi con questo testo ci consegna un coraggioso atto di fiducia e ottimismo verso un’architettura capace ancora di ascoltare il cuore della città e insieme di dare risposte inedite per il futuro dell’abitare e del vivere insieme.
Andrea Branzi, architetto e teorico, è nato e si è laureato a Firenze. Vive e lavora a Milano.
Dal 1966 al 1974 ha fatto parte degli Archizoom Associati, gruppo protagonista del movimento dell’architettura radical a cui si devono le prime esperienze sul superamento della modernità classica. Durante gli anni settanta ha partecipato con CDM alla ricerche di design primario sulle strutture sensoriali dello spazio, e alla nascita del Nuovo Design Italiano, da cui sono nati i laboratori Alchimia e Memphis.
Tra i fondatori nel 1982 di Domus Academy, prima scuola post-graduate di ricerca sul post-industrial design, ne è stato il primo direttore culturale.
Ha diretto la rivista “Modo” dal 1982 al 1986; ha pubblicato numerosi libri di teoria e storia del design, alcuni dei quali pubblicati all’estero, tra i quali La Casa Calda, Pomeriggi alla media industria, Il Design italiano dal 1964 al 1990, Introduzione al design italiano. Ha vinto numerosi premi tra i quali tre Compassi d’Oro e l’European Community Design Prize.
Professore straordinario alla facoltà del Design del Politecnico di Milano, è il presidente del corso di laurea in Design degli interni.
Il volume è disponibile presso il bookstore di via Torino 61 a Milano e dal 19 aprile 2006 in tutte le librerie italiane.
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