L'impressionismo francese attraverso i capolavori del museo parigino che custodisce le più ricche collezioni al mondo di Claude Monet
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Attraverso 57 capolavori dal Musée Marmottan Monet, Monet e gli Impressionisti ripercorre l’evoluzione del movimento ottocentesco e, parallelamente, rende omaggio a tutti quei collezionisti e benefattori (tra i quali molti discendenti e amici degli stessi artisti in mostra) che hanno contribuito ad arricchire la prestigiosa collezione del museo parigino rendendola una tra le più ricche e più importanti nella conservazione della memoria impressionista. Principalmente Monet, ma anche Manet, Renoir, Degas, Corot, Sisley, Caillebotte, Morisot, Boudin, Pissarro e Signac sono infatti gli indiscussi protagonisti del volume che accompagna la straordinaria esposizione bolognese che vede – accanto a capolavori cardine dell’Impressionismo francese come Portrait de Madame Ducros (1858) di Degas, Portrait de Julie Manet (1894) di Renoir e Nymphéas (1916-1919 ca.) di Monet – opere inedite perché mai uscite dal museo parigino. È il caso di Portrait de Berthe Morisot étendue (1873) di Édouard Manet, Le Pont de l’Europe, gare Saint-Lazare (1877) di Claude Monet e Jeune Fille assise au chapeau blanc (1884) di Pierre Auguste Renoir. È la prima volta dal 1934, anno della sua fondazione, che il museo parigino concede in prestito questi capolavori, alcuni mai esposti altrove nel mondo: si tratta dunque di un’occasione unica e irripetibile per ripercorrere il movimento pittorico dell’Impressionismo.
Marianne Mathieu è Direttore scientifico del Musée Marmottan Monet di Parigi.
Bologna, Palazzo Albergati 13 marzo– 12 luglio 2020
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