Autore emergente della nuova generazione dell’architettura italiana contemporanea con le tante opere costruite soprattutto in Toscana e a Lucca, Pietro Carlo Pellegrini rinnova la grande tradizione italiana che si muove tra artigianalità colta e modernismo. I suoi edifici residenziali, i musei realizzati a Lucca, gli spazi pubblici testimoniano una grande sensibilità capace di lavorare con la materia tradizionale e insieme di sperimentare uso e applicazioni inedite per l’architettura italiana. Una sequenza ragionata e approfondita dei progetti alternata a contributi critici di Luca Molinari e Oliviero Toscani. Guardare con attenzione al lavoro di Pietro Carlo Pellegrini significa provare anche a riflettere sul ruolo problematico che il professionismo italiano ha assunto in Italia nel secondo dopoguerra. La sua è una storia quasi tradizionale: gli studi universitari a Roma e Pescara, un buon apprendistato, infine lo studio aperto nella città natale dove da almeno quindici anni produce un’architettura di grande qualità che gli ha meritato pubblicazioni in Italia e all’estero, inviti per mostre, premi, conferenze e workshop, passaggi importanti alla Biennale d’Architettura di Venezia e agli Annali di Napoli. Il libro descrive le opere e i progetti realizzati dal 1992 al 2007, con tutte le inquietudini e le ricerche proprie dell’autore. Un’attenzione all’architettura italiana del secondo dopoguerra, da parte di Pellegrini, nella quale si può tranquillamente scorgere quella sottile linea rossa che lega le tante storie di quelli che Ernesto Nathan Rogers definiva i “chierici” del Movimento Moderno, ovvero quei professionisti capaci di declinare con amore e sapienza la cultura figurativa dei padri nobili del Modernismo in centinaia di varianti di qualità; edifici che mantenevano una forte dignità contemporanea e che contemporaneamente non disdegnavano il dialogo con i materiali e le misure degli spazi tradizionali.
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