Il volume raccoglie i lavori di oltre trenta fra i talenti più interessanti della street art italiana.
Il volume raccoglie i lavori di oltre trenta fra i talenti più interessanti della street art italiana. Questi artisti mostreranno l’altra faccia dell’arte degli anni a venire: un’arte che si nutre di un’estetica diffusa che ha le sue radici nel writing storico e nell’estetica della bomboletta spray, ma che è anche in cerca di idee nuove e di nuove forme di comunicazione diffusa, delle tecniche di “guerrilla marketing” come dei linguaggi e delle tecniche più nuove, dagli stikers agli stencil alle tante forme di “disordinazione urbana” presenti ormai ovunque nelle città di oggi. Tra questi artisti, alcuni provengono dalla primissima generazione di writer italiani, come lo stesso Atomo, Airone, KyOne, Rendo, per continuare con Dado, Joys, Wany, Phobia, Marco Teatro; altri fanno parte della nuova ondata di street artist, come Pao (l’artista dei “panettoni-pinguino”), Pus, Sonda, Bros, Nais, Ivan il “poeta di strada”, Blu, Microbo, Bo 130, Tv Boy, solo per citarne alcuni. Altri, infine, come Ozmo e Abbominevole, sono artisti già entrati a pieno titolo nel sistema dell’arte “ufficiale”, pur continuando a lavorare attivamente anche in strada.
Concepito come catalogo della mostra che si tiene al PAC (Padiglione d’Arte Contemporanea) di Milano, il volume appare come la naturale evoluzione del libro
I graffiti del Leoncavallo (Skira, 2006) che raccoglie i lavori più significativi del più famoso centro sociale italiano. Un museo a cielo aperto, come è stato definito dall’Assessore alla Cultura Vittorio Sgarbi che ha proposto di vincolare i muri per proteggere i graffiti che vi sono dipinti in modo da impedire che vengano abbattuti per poi rimpiangerli tra cinquant’anni. Il progetto di riqualificazione del lavoro dei writers, fortemente appoggiato dalla Casa Editrice Skira, mira a far conoscere come sui muri della città nuova, bianchi e innocenti, sono cresciute immagini stupefacenti come prati fioriti su vaste superfici di arazzi. “Essi sono abusivi per scelta: a priori, ovviamente; e anche a posteriori se si vogliono difendere. Se sono pronti a correre questo rischio, con l’imprudente consacrazione del PAC, rischiano di perdersi. Il loro destino non sono le pareti di un museo”. (Vittorio Sgarbi)
Milano, PAC Padiglione d’Arte Contemporanea
8 marzo – 9 aprile 2007