Durante una visita notturna allo studio di Michelangelo negli anni cinquanta del XVI secolo, a Roma, Giorgio Vasari vide lo scultore mentre lavorava nel buio, al lume di una sola candela attaccata al copricapo.
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Michelangelo era anziano e l’opera a cui lavorava – la Pietà oggi a Firenze, destinata alla tomba dell’artista e contenente il suo autoritratto – era così intima che forse credeva di poterla scolpire senza vedere più dei pochi centimetri volta per volta illuminati dalla candela. Questo libro invita a un’esperienza analoga grazie alle fotografie di Angelo Garoglio che offrono visioni ravvicinate sia della Pietà fiorentina sia di quella cominciata subito dopo questa, la PietàRondanini conservata al Castello Sforzesco di Milano. Nelle foto di Garoglio emergono in modo del tutto inedito sia la tecnica di Michelangelo che l’impeto interiore che lo guidava in queste sue ultime sculture. Lo straordinario saggio fotografico di Garoglio, prima ragione d’essere del volume, è accompagnato dai saggi di Monsignor Timothy Verdon, Claudio Salsi, Antonio Paolucci, Cristina Acidini, Giovanna Mori.
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