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I Musei Civici di Pavia possiedono una pregevole raccolta di dipinti del XIX secolo, di respiro non strettamente localistico, in gran parte giustificata dall’attività della Scuola di Pittura cittadina, la cui Quadreria – formatasi per lasciti e donazioni, ma anche per acquisizioni delle opere dei maestri e degli allievi migliori – entrò nelle collezioni museali nel 1934, quando l’istituzione pavese cessò la propria attività.
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La pittura di età neoclassica è ben rappresentata da tele di Felice Giani, Andrea Appiani e Gaspare Landi. Il Romanticismo può vantare – tra le numerose opere di alta qualità – anche capolavori quali la celebre Accusa segreta di Francesco Hayez o La monaca di Monza di Giuseppe Molteni. L’outsider Giovanni Carnovali, detto il Piccio, è presente con due tele di grande suggestione, Arianna abbandonata e La fuga in Egitto, in ragione della sua amicizia con il direttore della scuola pavese, Giacomo Trécourt. Proprio la presenza di opere del Piccio consente al visitatore di cogliere quel filo rosso di naturalismo insito nella scuola lombarda, reso però con la ricerca di una cifra stilistica più moderna, fatta di rinuncia al chiaroscuro tradizionale e di accostamenti di passaggi tonali. La sua lezione appare infatti interiorizzata nelle opere qui esposte di Federico Faruffini, allievo della scuola pavese, e da quest’ultimo sembra passare in eredità nello splendido Ritratto di Nicola Massa di Tranquillo Cremona, quasi un manifesto del movimento della Scapigliatura. Spetta invece al trittico L’enigma umano di Giorgio Kienerk, l’ultimo direttore della Scuola di Pittura pavese, rappresentare il Simbolismo di fine secolo.
Questa guida intende offrire al visitatore uno strumento agile per apprezzare l’ordinamento sotteso al nuovo allestimento nei sottotetti del Castello Visconteo.
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