Numerose sono le opere del Lotto sparse sul territorio bergamasco, e fra queste la Cappella Suardi di Trescore è certamente la più singolare e significativa.
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Per l’ampiezza della concezione, innanzitutto, volta a riassumere in un insieme pittorico tutta una serie di messaggi religiosi e filosofici, ma anche per i suoi valori formali e stilistici, per il sapore popolaresco, per l’ironia ammiccante di certe divagazioni, per il tono narrativo del ciclo, che contrasta con il linguaggio sintetico ed espressivo della pennellata. Poco tempo dopo aver terminato gli affreschi di Trescore, Lotto lasciò Bergamo. Questo ciclo conclude dunque un’intera stagione della sua vita, e in qualche modo la riassume: le grandi pale delle chiese cittadine, i ritratti di illustri personaggi, le numerose opere sacre e profane eseguite per la committenza locale trovano qui il loro coronamento, e forse la loro spiegazione: perché mai come in quest’opera Lotto mostra se stesso, le proprie incertezze e le proprie inquietudini.
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