dal rilievo alla veduta romantica nella grafica storica
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a cura di Susanne Bieri e Nicoletta Ossanna Cavadini
Al m.a.x. di Chiasso una mostra racconta come, a partire dall’opera di Winckelmann, si sia sentito il bisogno di divulgare attraverso l’espressione grafica il “monumento” e il “manufatto artistico” antico quale esempio da conoscere ed emulare.
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Il passato “classico” ha una sua perenne attualità in quanto contiene e segnala le radici comuni della civiltà occidentale. (Salvatore Settis) Fu nella seconda metà del Settecento che la nascita del Neoclassicismo teorico portò alla riscoperta dello studio dell’Antico e dei monumenti classici. Winckelmann pubblicò nel 1767 i “Monumenti antichi inediti” in cui vennero inserite per la prima volta le incisioni che raffiguravano opere classiche delle Collezioni romane. L’intento era chiaro: illustrare l’Antico. La volontà di divulgare attraverso l’espressione grafica il “monumento” e il “manufatto artistico” quale esempio da conoscere ed emulare, costituisce la prima fase di valorizzazione dell’Antico del XVIII secolo. L’esposizione al m.a.x s’inserisce nel filone della “grafica storica”. Il catalogo, ricco di immagini e testi critici, ha l’obiettivo di presentare la produzione incisoria dell’Antico nel Settecento e nell’Ottocento ripercorrendo il fenomeno storico della reinterpretazione e della fortuna critica del classico. Nel catalogo presenti i seguenti saggi: Un mondo in divenire: la reinterpretazione del classico di Massimo Lolli; L’influenza di Winckelmann nella disciplina artistica in epoca illuminista di Susanne Bieri; Giovanni Battista Piranesi “immaginatore” del classico. La pianta di Villa Adriana a Tivoli di Angela Windholz; Antiquariato, scienza dell’antico e riuso immaginativo: Piranesi e le scoperte di Ercolano e Paestum di Pier Luigi Panza; Giovanni Battista Piranesi: le lapidi reinterpretate di Mauro Reali; I candelabri con trampolieri, pastiches di marmo “all’antica”. La libertà inventiva di Giovanni Battista e Francesco Piranesi di Raffaella Bosso; Dal segno grafico, quale medium della conoscenza dell’antico, alla reinterpretazione romantica di Nicoletta Ossanna Cavadini.
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