
22 Giu Sicilia: oltre tremila anni di storia
Non invidio a Dio il Paradiso, perché sono ben soddisfatto di vivere in Sicilia”.
Federico di Svevia
Sicilia: oltre tremila anni di storia
Di MAssimo Zanella (dal libro "WONDERFUL SICILIA MERAVIGLIOSA")
L’Italia senza la Sicilia, non lascia nello spirito immagine alcuna. È in Sicilia che si trova la chiave di tutto. La purezza dei contorni, la morbidezza di ogni cosa, la cedevole scambievolezza delle tinte, l’unità armonica del cielo col mare e del mare con la terra […] chi li ha visti una sola volta, li possederà per tutta la vita.
(Johann Wolfgang von Goethe)
Le parole del grande scrittore tedesco sono una vera e propria dichiarazione d’amore per la terra di Sicilia, sono parole che ancora oggi, a distanza di oltre due secoli, possiamo fare nostre.
Seguendo le orme di questo viaggiatore della fine del XVIII secolo iniziamo un viaggio nella storia, nell’arte e nelle tradizioni di quest’isola le cui radici affondano nel mito: proprio la sua nascita si narra sia dovuta alla danza di tre meravigliose ninfe che nel loro peregrinare giunsero in una regione che aveva un cielo particolarmente luminoso e limpido, le tre ninfe diedero inizio a una danza vorticosa, gettando in mare tutto quello che avevano raccolto nel loro viaggio: tutto quello che venne disperso in mare formò tre promontori, il mare tra i tre promontori si illuminò come un arcobaleno e si solidificò, colmando lo spazio che separava i promontori. Dalle onde emerse un’isola a forma di triangolo rovesciato, dal clima temperato e dalla terra fertile. Uno degli antichi nomi dell’isola è Trinacria, che potrebbe significare, dalla lingua greca, treis (tre) e àkra (promontori) che rappresentano i tre “vertici” del triangolo e che oggi sono: Capo Peloro a nord-est, Capo Passero a sud-est e Capo Lilibeo a ovest.
Una terra così profondamente intrisa di cultura, storia e arte era il crogiuolo perfetto per la nascita di artisti sublimi che con la loro penna diedero fama imperitura all’isola: tutto cominciò con la Scuola Siciliana alla corte di Federico II, dove si sviluppò il primo volgare e come scrisse Dante Alighieri nel suo De vulgari eloquentia: “il volgare siciliano si attribuisce fama superiore a tutti gli altri per queste ragioni: che tutto quanto gli italiani producono in fatto di poesia si chiama siciliano; e che troviamo che molti maestri nativi dell’isola hanno cantato con solennità”.
Giungendo a tempi a noi più vicini troviamo i nomi di Giovanni Verga, Giuseppe Tomasi di Lampedusa, conosciutissimo per il suo romanzo Il Gattopardo, e ben due premi Nobel per la letteratura, Luigi Pirandello e Salvatore Quasimodo.

La grandezza storica, naturale e culturale della Sicilia è testimoniata dal riconoscimento di ben sette siti come Patrimonio dell’Umanità conferito dall’Unesco, questi riconoscimenti non fanno altro che suffragare l’affermazione di Federico di Svevia: “Non invidio a Dio il Paradiso, perché sono ben soddisfatto di vivere in Sicilia”.
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