La vita e l’opera dell’artista del Quattrocento, uno dei più grandi pittori rinascimentali dell'Italia meridionale ed esponente della pittura fiamminga in Italia
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La prima opera firmata e datata di Antonello, il Salvator Mundi della National Gallery di Londra, del 1465, rivela d’acchito una partecipazione diretta al clima di ricerche della Rinascenza italiana, quale in quegli anni mai ci si sarebbe atteso da parte di un pittore di origine e di formazione meridionali. Il dipinto, pur nella sua frontalita` assoluta, e piu` generalmente nella tipologia consueta alla pittura mediterranea del tempo, e` contraddi- stinto curiosamente (ma non e` caso unico nel percorso di Antonello) dalla presenza di un “pentimento” che vale a chiarire, quasi programmaticamente, il mutar di intendimenti formali: la prima redazione nella positura originaria della mano ancora ben evidente, le dita tese verso l’alto secondo l’accezione corrente, viene corretta in quella definitiva con l’imposto nuovo, in scorcio, delle dita a taglio rispetto al piano del torace. E mai correzione fu piu` vero segno di una nuova fede rivelata, autentica folgora- zione sulla via di Damasco. (Dalla Presentazione di Raffaello Causa)
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