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Prefazione di Marco Roveda.
L’arte è più di quello che mette in mostra, l’arte è la riflessione, l’emozione e la consapevolezza che risveglia con il suo messaggio. Dietro un’immagine esposta c’è l’intenzione dell’artista e c’è l’anima dell’opera, che va sempre oltre ogni intenzione e che tocca in modo personale l’osservatore, il quale assume così un ruolo attivo nel leggere quanto il protagonista dell’opera vuole raccontare. Il protagonista, in questa mostra fotografica, è lui, è l’albero, colonna portante di diverse civiltà: casa, imbarcazione, utensile, combustibile. E, ancor di più, fonte di ossigeno, quindi di vita, per l’intera creazione sul nostro pianeta.
Nelle immagini che Albertina d’Urso ha raccolto dall’Italia al Sud America, dall’Inghilterra all’India, fino all’Africa, l’albero è protagonista e il tronco è in primo piano. La parte meno conosciuta, meno cantata, meno valorizzata – se non per scopi puramente materiali – viene ora messa al centro dell’attenzione e viene ascoltata, viene vista come espressione di vita, diventa protagonista non materiale ma spirituale. Ogni albero, ogni corteccia – con i suoi colori, la sua trama, la sua consistenza – racconta la propria storia, la storia delle terre e delle acque in cui cresce, la storia del suo mondo. Ciascuna foto, diversa da ogni altra, invita a riconoscere la personalità di ogni singolo albero, presenza costante e fondamentale nella società umana che forse ha dimenticato come conoscere e ringraziare l’ambiente per tutto quanto offre, per tutto quanto è. Una società che vuole ricominciare a imparare la gratitudine e la riconoscenza per l’ambiente fonte di vita.
Marco Roveda
Albertina d’Urso è nata a Milano nel 1976. In passato sciatrice e poi modella, ha trascorso la maggior parte della sua vita viaggiando e ha vissuto in molte città del mondo (Londra, Barcellona, Madrid, Atene, Amburgo, Tokio, Sydney, Cape Town, Tel Aviv, Santiago), dove ha avuto l’opportunità di vedere e conoscere le bellezze naturali e i popoli di diversi paesi.
Il suo interesse per la fotografia è nato proprio in questo periodo. Con la macchina fotografica ha immortalato i posti in cui ha vissuto e ha realizzato, di sua iniziativa, reportage sociali e naturalistici in diversi angoli del mondo, soprattutto in Asia, Africa e Sud America.
Nel 2002 è diventata fotografa professionista e tra il 2003 e il 2004 ha completato il suo primo progetto a lungo termine, “Bombayslum”, un lavoro sugli abitanti delle baraccopoli nella periferia di Bombay, che ha dato vita a un libro pubblicato da Skira e a una mostra alla Libreria degli Atellani a Milano.
Nel 2005 ha ricevuto tre menzioni d’onore agli “International Photography Awards”.
In questi anni ha inoltre realizzato vari reportage, servizi fotografici e campagne pubblicitarie e ha partecipato a mostre collettive e aste. Le sue foto sono pubblicate regolarmente su libri, riviste e siti internet italiani.
Con Skira ha pubblicato BombaySlum (2004).
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