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L’inquietante presenza del Male nell’arte dal Quattrocento ai giorni nostri in un excursus attraverso le opere “crudeli” di maestri antichi e moderni.
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L’inquietante presenza del Male nell’arte europea dal Quattrocento ai giorni nostri in un singolare excursus attraverso le opere “crudeli” di maestri antichi e moderni, da Beato Angelico ai grandi nomi del Novecento come
Balthus e Schiele sino ai contemporanei, come Music e Kokocinski.
Un intenso viaggio nella parte oscura dell’animo umano alla ricerca del lato negativo e devastato, delle tracce esplicite o inconsce lasciate da crudeltà, sadismo, paura, invidia, vendetta, angoscia: dal Male come categoria religiosa legata al concetto del peccato e della punizione fino alle angosce dell’uomo contemporaneo, il percorso si snoda attraverso le figure di demoni e mostri dell’immaginario carnale medioevale, percorre le strade delle contraddizioni dell’individuo e del senso della morte e della caducità della vita espressa nelle teste mozze delle vanitas, racconta le efferatezze dei carnefici che strappano pelle, denti, occhi e viscere a sante e martiri della fede, documenta il tormento interiore del dolore psicologico, gli incubi e i sogni, le ansie e le inquietudini del mondo moderno.
I due volumi, che accompagnano l’esposizione torinese, intendono proporsi come una grande retrospettiva sul Male, che ci pone dinnanzi, da un lato, alle eterne paure inconsce, dall’altro, alle efferatezze, alle ambiguità e alle
dicotomie del nostro passato di uomini.
Nel primo volume, una rassegna di opere suggestive comprendenti straordinari capolavori ci guida alla scoperta della pittura “crudele” attraverso il Quattrocento (Beato Angelico e Taddeo di Bartolo), Cinquecento (Annibale, Agostino e Ludovico Carracci, Bartolomeo Passerotti), Seicento (con i capolavori di Caravaggio, Jusepe de Ribera, Pietro Paolini, Domenico Fetti, Bernardo Strozzi, Giuseppe Vermiglio, Tanzio da Varallo, Salvator Rosa e la straordinaria Medusa di Rubens), Settecento (Ghezzi, Magnasco, Ricci, Gandolfi), Ottocento (Bonomini, Goya, William Blake) e Novecento, secolo di Freud, età della proiezione di incubi e sogni, era dell’interpretazione di ansie e inquietudini, rispecchiato in opere di grandi maestri come Wildt, Viani, Sironi, Pirandello, Bacon, Munch, Balthus e Warhol, ma anche di nomi meno conosciuti, come Baccarini, Boncinelli e Ferrazzi, fino agli artisti contemporanei Music, Ferroni, Kokocinski, Sughi, Bottoni, Schmidlin, Martinelli e Margherita Manzelli. Introdotto da un saggio di Vittorio Sgarbi, il primo volume presenta due poesie di Guido Ceronetti, i saggi di Quirino Principe, Stefano Moriggi, Francesco Rossi e le schede dei dipinti dal Quattrocento al Novecento.
L’inquietante percorso sulle tracce del Male prosegue, nel secondo volume, con l’analisi di strumenti di comunicazione e di forme d’arte più vicine alla sensibilità e alla percezione dell’uomo contemporaneo, come il cinema, la fotografia e il fumetto. Preceduto da un altro saggio di Vittorio Sgarbi, il secondo volume comprende i saggi di Luciano Violante, Vittorio Mathieu, Filippo Martinez, Francesca Bonazzoli, Gianfranco Bruno, Andrea Perego, Elisabetta Sgarbi, Lucio Scardino e un’intervista di Alain Elkann a Ezio Gribaudo. Seguono, con le rispettive sezioni di opere, i capitoli dedicati alla fotografia (Italo Zannier), al fumetto (Vincenzo Sparagna e Giuseppe Pollicelli), al cinema (Silvio Danese), ai testi crudeli (Alberto Castoldi, Franca Franchi, Anacleto Verrecchia, Franco Fanelli), alla letteratura (Fabio Canessa) e alle cronache (Giorgio Dell’Arti e Giuseppe Pinna).
Torino, Palazzina di caccia di Stupinigi
26 febbraio - 26 giugno 2005
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