Il concetto del Moderno, affrettatamente trasportato dall'inizio del nostro secolo al dopoguerra, è da tempo in crisi: anche nell'urbanistica, nell'architettura, nell'arredo e nel disegno artigianale e industriale. Né il postmoderno né il decostruttivismo, che a tale crisi hanno reagito con strategie opposte, hanno offerto alternative convincenti. Le loro diverse opzioni, che al di là delle differenze hanno in comune la dimensione scenografica, non corrispondono a un'epoca che condizioni sociali, economiche ed ecologiche costringono a guardare alla sostanza. Questo libro va alla ricerca di tale sostanza. Tenta di ridefinire un Moderno di cui non vuole abbandonare l'impegno umanistico e artistico, ma che vuole completamente ripensato nei suoi obiettivi sociali, tecnologici, funzionali ed estetici. Dobbiamo spartirci il mondo in cui viviamo il più equamente possibile, senza scialacquarne la ricchezza e appiattirne le peculiarità culturali. Dobbiamo usare la tecnologia a nostra disposizione in modo critico e selettivo, per non turbare ancora di più un equilibrio ecologico già profondamente scosso e contribuire piuttosto a ristabilirlo. Dobbiamo riconsiderare le nostre aspirazioni e i nostri bisogni in maniera da consumare il meno possibile e produrre soltanto ciò che è realmente necessario, arginando così l'erosione delle risorse energetiche e l'accumularsi dei rifiuti. E dobbiamo mantenere, nel bel mezzo degli immensi cambiamenti di cui siamo attoniti testimoni, la nostra coscienza e i nostri valori. Il risultato di tali riflessioni non è un trattato; sono microsaggi sulla città, l'architettura, l'arredo e il disegno artigianale e industriale. Assieme vengono a formare proposte per una teoria del progetto radicata nell'assunto della modernità del durevole. E contribuiscono alla necessaria rifondazione delle discipline dell'urbanistica, dell'architettura e del design nell'epoca della crisi ecologica e della rivoluzione telematica. Vittorio Magnago Lampugnani, nato a Roma nel 1951 e laureatosi in architettura presso l'Università di Roma e quella di Stoccarda, insegna presso la facoltà di Architettura del Politecnico federale di Zurigo, facoltà di cui attualmente è anche preside.
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